Per giungere alla valutazione dell'esposizione ai fattori di rischio, il metodo utilizza diagrammi delle posture del corpo e tre tabelle di punteggio. In base alla appropriata combinazione dei punteggi si arriva a definire un punteggio finale, variabile da 1 a 7, correlato a quattro livelli di azione.

I fattori di rischio possono essere riassunti in tre gruppi [55]:
bulletCarichi esterni
bulletModalità di esecuzione del lavoro
bulletFattori soggettivi

FATTORI DI RISCHIO

Carico esterno

Numero di movimenti
Lavoro statico dei muscoli
Forza
Postura di lavoro determinata dalle attrezzature e dalle strutture
Tempo di lavoro senza pause

Modalità di esecuzione del lavoro

Le posture di lavoro assunte
Uso non necessario di sforzo statico
Velocità ed accuratezza dei movimenti frequenza e durata delle pause usufruite dal lavoratore

Fattori soggettivi

Carichi particolari
Fattori individuali (età, esperienza, sesso)
Ambiente di lavoro
Variabili psicosociali


 

 

Tabella 5.2.1.a. Fattori di rischio secondo McPhee



Molti altri autori, oltre McPhee, hanno prodotto documentazione circa i fattori di rischio associati ai disturbi agli arti superiori.
Nello sforzo di esaminare i primi quattro fattori di rischio dovuti al carico esterno descritti (numero di movimenti, sforzo statico dei muscoli, forza e postura), RULA è stato sviluppato nell'ottica di:

bulletfornire un metodo di selezione veloce dei lavoratori che sono soggetti a disturbi agli arti superiori
bulletindividuare lo sforzo muscolare associato con la postura di lavoro, e con l'esercizio di una forza nello svolgimento del lavoro (sforzo statico o ripetitivo), elementi che contribuiscono alla fatica muscolare
bulletdare dei risultati immediati che potessero essere inclusi successivamente in una stima ergonomica più allargata che preveda anche la parte epidemiologica, fisica e mentale.

Lo sviluppo del metodo è avvenuto in tre fasi:

  1. modalità di registrazione delle posture durante il lavoro;
  2. sviluppo del sistema di punteggio;
  3. sviluppo della scala dei livelli di azione che forniscono una guida al livello di rischio.


Prima fase: modalità di registrazione delle posture durante il lavoro
DIAGRAMMI DELLE POSTURE
Per produrre un metodo che fosse di rapido utilizzo, il corpo è stato diviso in due segmenti individuati dai due gruppi, A e B. Il gruppo A include braccio, avambraccio e polso, mentre il gruppo B include il collo, il tronco e le gambe. Ciò assicura l'analisi della postura globale dell'intero corpo, prendendo in considerazione qualsiasi postura incongrua delle gambe, del tronco o del collo che possono influenzare la postura degli arti superiori di cui si vuole valutare il fattore di rischio.
La base adatta allo sviluppo del metodo RULA è stata individuata nel sistema OWAS [51] che associa a ciascuna singola postura un codice numerico: è un metodo chiaro e conciso che può essere utilizzato velocemente.
I movimenti del corpo sono stati suddivisi in opportuni intervalli angolari in accordo ai criteri derivati dalla letteratura.
Tali intervalli sono numerati in modo che il numero 1 corrisponda all'intervallo di movimento o alla postura di lavoro in cui il fattore di rischio correlato è minimo. Numeri più alti sono assegnati agli intervalli di movimento che presentano posture più estreme, che indicano una crescita della presenza del fattore di rischio a carico della sezione considerata.
Questo sistema di associare un punteggio a ciascuna postura del corpo già codificata in diagrammi standard, consente una notevole semplificazione delle modalità di registrazione (figure 5.2.1.a e 5.2.1.b).
Il diagramma delle posture riporta le sezioni sagittali del corpo per facilitare l'identificazione dell'intervallo di postura. Se la postura di un lavoratore non può essere riportata a quelle descritte, si adottano degli opportuni coefficienti di correzione di tipo conservativo, definiti a priori, che consistono nell'aumentare o nel diminuire di una unità il valore relativo associato.

Nelle figure 5.2.1.a (GRUPPO A) e 5.2.1.b (GRUPPO B) successive vengono riportati gli intervalli di movimento relativi alle diverse sezioni del corpo utilizzate per la registrazione dei dati sul campo. Di seguito vengono descritti i punteggi relativi a ciascun intervallo e a ciascun segmento considerato.


 

GRUPPO A
Individua il braccio, l'avambraccio ed il polso


Figura 5.2.1.a. Posture del braccio, dell'avambraccio e del polso



La stima e la relativa assegnazione del punteggio all'intervallo dei movimenti per il braccio sono basati sulle scoperte fatte da studi sviluppati da Tichauer, Chaffin, Herberts e altri, Hagberg, Schuldt e altri, e Harms-Ringdahl e Schultz.
I punteggi sono:
1 per 20° di estensione a 20° di flessione
2 per un'estensione superiore a 20° o una flessione compresa tra 20-45°
3 per una flessione tra 45-90°
4 per una flessione pari o superiore a 90°
Se la spalla è sollevata, il punteggio della postura appena enunciato, viene aumentato di una unità.
Se il braccio è abdotto il punteggio è aumentato di una unità.
Se il lavoratore è inclinato o il peso dell'arto è sorretto, il punteggio relativo alla postura va diminuito di un'unità.

L'intervallo dei valori relativo all'avambraccio sono tratti dal lavoro sviluppato da Grandjean e Tichauer. I punteggi sono:
1 per flessione compresa tra 60-100°
2 per flessione inferiore a 60° o superiore a 100°.
Se l'avambraccio sta lavorando in modo incrociato rispetto alla mezzeria del corpo o fuori lato, il punteggio relativo alla postura va incrementato di una unità.

Le linee guida per il polso pubblicate dal Health ad Safety Executive sono utilizzate per produrre i seguenti punteggi posturali:
1 se è in una posizione neutra
2 se in estensione o in flessione in un intervallo di 0-15°
3 per un'estensione o una flessione superiore a 15°
Se il polso è sottoposto ad una deviazione ulnare o radiale, il punteggio posturale relativo va aumentato di un'unità.

La torsione del polso (pronazione e supinazione) sono definite relativamente alla postura considerata neutra basata sugli studi di Tichauer.
I punteggi sono:
1 se il polso è ruotato fino alla metà della propria potenzialità
2 se il polso è prossimo o è proprio nella posizione di massima torsione


 

 

GRUPPO B
Individua il collo, il tronco, le braccia


Figura 5.2.1.b. Gruppo B



Gli intervalli di postura per il collo sono basati sugli studi di Chaffin e Kilbom ed altri. Il punteggio e gli intervalli sono:
1 per una flessione tra 0-10°
2 per una flessione tra 10-20°
3 per una flessione >=20°
4 se il collo è in estensione
Se il collo è ritorto o piegato da un lato il punteggio è incrementato di un'unità.

Gli intervalli per il tronco sono stati sviluppati da Drury, Grandjean. Il punteggio ed i relativi intervalli sono:
1 quando si è seduti con un angolo anca-tronco di 90° o più
2 per una flessione tra 0-20°
3 per una flessione tra 20-60°
4 per una flessione >=60°
Se il busto è ritorto o piegato da un lato, il punteggio viene aumentato di una unità.

I punteggi delle gambe sono definiti come di seguito:
1 se le gambe ed i piedi sono ben poggiati, seduti e/o col corpo ben bilanciato
1 se in piedi, col peso del corpo ben distribuito su entrambi i piedi con spazio per cambiare posizione
2 se le gambe ed i piedi non sono ben appoggiati o il peso del corpo non è bilanciato bene.

Definito il significato dei diagrammi ed i relativi valori associati, viene riportata di seguito la modalità di rilievo e di registrazione dati. Si parte dall'osservazione del lavoratore durante lo svolgimento di diversi cicli di lavoro, in modo da individuare quale sia la mansione e la postura più significativa da analizzare. La scelta può essere fatta sia considerando la postura che viene maggiormente mantenuta durante il lavoro ciclico, sia considerando i distretti maggiormente sollecitati.
I valori corrispondenti ai relativi diagrammi individuati sono riportati nel foglio di calcolo (figura 5.2.1.c). Dall'insieme di questi dati si ottiene una stima complessiva per il gruppo A e per il gruppo B che rappresentano il livello di carico posturale del sistema muscolo-scheletrico, determinato dalla combinazione delle posture di tutto il corpo. La scala dei valori è nata dallo studio portato avanti da ergonomisti e fisioterapisti occupazionali. Il primo passo per arrivare a tale definizione è stato quello di classificare ogni combinazione delle posture in modo da assegnare valori da 1 a 9 a partire dal carico minore a quello massimo. Ciò ha portato alla definizione di una tabella di valori A e una per B.

 

 



Figura 5.2.1.c. Calcolo del punteggio A e B


TABELLA A
(punteggio postura arti superiori)

 

 

Punteggio del Polso

1

2

3

4

polso

rotaz

polso

rotaz

polso

rotaz

polso

rotaz

braccio

avambraccio

1

2

1

2

1

2

1

2

1

1

1

2

2

2

2

3

3

3

2

2

2

2

2

3

3

3

3

3

2

3

3

3

3

3

4

4

2

1

2

3

3

3

3

4

4

4

2

3

3

3

3

3

4

4

4

3

3

4

4

4

4

4

5

5

3

1

3

3

3

4

4

4

5

5

2

3

4

4

4

4

4

5

5

3

4

4

4

4

4

5

5

5

4

1

4

4

4

4

4

5

5

5

2

4

4

4

4

4

5

5

5

3

4

4

4

5

5

5

6

6

5

1

5

5

5

5

5

6

6

7

2

5

6

6

6

6

6

7

7

3

6

6

6

7

7

7

7

8

6

1

7

7

7

7

7

8

8

9

2

8

8

8

8

8

9

9

9

3

9

9

9

9

9

9

9

9




TABELLA B
(punteggio postura collo, busto, gambe)

 

 

Punteggio postura del busto

1

2

3

4

5

6

gambe

gambe

gambe

gambe

gambe

gambe

collo

1

2

1

2

1

2

1

2

1

2

1

2

1

1

3

2

3

3

4

5

5

6

6

7

7

2

2

3

2

3

4

5

5

5

6

7

7

7

3

3

3

3

4

4

5

5

6

6

7

7

7

4

5

5

5

6

6

7

7

7

7

7

8

8

5

7

7

7

7

7

8

8

8

8

8

8

8

6

8

8

8

8

8

8

8

9

9

9

9

9




Seconda fase: sviluppo del sistema di punteggio
I valori A e B così determinati non sono però ancora del tutto completi. Non contengono le informazioni relative all'uso dei muscoli e al punteggio associato alla forza esercitata. È stato perciò studiato un metodo che include nel sistema di punteggio anche eventuali sollecitazioni addizionali sul sistema muscoloscheletrico causate da un eccessivo lavoro statico dei muscoli da movimenti ripetuti e dalla richiesta di esercitare una forza o mantenere un carico esterno mentre si sta eseguendo l'attività. Questi valori sono calcolati in maniera distinta per il gruppo A ed il gruppo B. I fattori correttivi così individuati permettono di arrivare alla determinazione rispettivamente dei punteggi C e D (figura 5.2.1.d).


 


Figura 5.2.1.d. Calcolo del punteggio C e D



L'analisi del carico statico o delle forze esercitate che procurano disturbi agli arti superiori sono strettamente dipendenti dal tempo di esposizione del lavoratore a tali fattori di rischio esterni.
Partendo da uno studio sviluppato da Bjorksten e Jonsson, ripreso e generalizzato nel metodo RULA, si aumenta il valore della postura (A o B) di una unità nel caso in cui la postura sia prevalentemente statica, cioè, mantenuta per più di un minuto.
L'uso del muscolo è considerato ripetitivo se l'azione è ripetuta per più di quattro volte in un minuto.

Terza fase: sviluppo della scala dei livelli di azione
Nella terza fase di sviluppo del metodo RULA si è individuato un metodo che permettesse di correlare tutti i punteggi raccolti in modo da ottenere un unico punteggio finale il cui valore fornisse l'obiettivo del metodo e cioè individuare la priorità delle situazioni da investigare.
Il punteggio finale, fissato su una scala di valori da 1 a 7, è basato sul rischio di lesione stimato a causa di sollecitazioni muscolo scheletriche ed è determinato dal confronto dei punteggi C e D, come riportato nella tabella riassuntiva seguente (tabella punteggio finale - Tab.5.2.1.b)


 

PUNTEGGIO FINALE

C \ D

1

2

3

4

5

6

7

8

9

1

1

2

3

3

4

5

5

5

5

2

2

2

3

4

4

5

5

5

5

3

3

3

3

4

4

5

6

6

6

4

3

3

3

4

5

6

6

6

6

5

4

4

4

5

6

7

7

7

7

6

4

4

5

6

6

7

7

7

7

7

5

5

6

6

7

7

7

7

7

8

5

5

6

7

7

7

7

7

7

9

5

5

6

7

7

7

7

7

7


 

Tabella 5.2.1.b. Punteggio finale



I livelli di azione sono determinati nel seguente modo:

 

Livello di azione 1 Il punteggio finale 1 o 2 indica che la postura è accettabile se non è mantenuta o ripetuta per lunghi periodi
Livello di azione 2 Il punteggio finale 3 o 4 indica che sono necessarie ulteriori osservazioni e che sono richieste delle modifiche
Livello di azione 3 Il punteggio finale 5 o 6 indica che sono necessarie indagini e modifiche repentine
Livello di azione 4
 
Il punteggio 7 indica la necessità di indagini e modifiche immediate.


I livelli di azione più alti non portano necessariamente a soluzioni che evidenzino una inequivocabile assenza di rischio. Il metodo fornisce, infatti, una guida ed è stato sviluppato per definire i confini delle situazioni più estreme.
Per queste ragioni la lista delle azioni conduce, in molti casi, a proposte di indagini più dettagliate.

RULA fornisce un ordine di priorità delle attività che devono essere analizzate, mentre il valore del punteggio della singola postura ed il punteggio dell'uso del muscolo e quello della forza esercitata indicano quali aspetti contribuiscono maggiormente al problema.

Da alcune applicazioni sperimentali del metodo si è dedotto che il punteggio RULA permette di discriminare tra una postura accettabile ed una non accettabile. Delle discrepanze si hanno solo quando si è sul confine tra due intervalli di livello di azione, specialmente per quanto riguarda l'avambraccio.
 

 

Valutazione del rischio Movimenti ripetitivi Scelta dei modelli Valutazione con metodo rula

Metodo di analisi movimenti ripetitivi Valutazione tramite indici Check list
    Metodo di valutazione Ocra